Mons Morosini arcivescovo di Reggio: “Reagire ad ogni forma di soprafazione e violenza”

Con l’annuncio ufficiale dato in contemporanea nella Santa Sede da Papa Francesco e nelle diocesi di Reggio Calabria – Bova  e di Locri- Gerace, mons. Giuseppe Fiorini Morini, vescovo della diocesi Locri – Gerace, è stato nominato arcivescovo metropolita della diocesi Reggio Calabria – Bova. Il presule  subentrerà a mns. Vittorio Mondello che dopo 35 di episcopato di cui 23 anni di ministero episcopale, ha lasciato la diocesi reggina per raggiunti limiti di età, un traguardo prestigioso come aveva confermato nel corso di un’intervista rilasciata a Calabria on web.

Monsignor Giuseppe Fiorini Morosini

“Ho tantissimi ricordi di questi anni, ci sono stati momenti difficili ed altri esaltanti, ma tutti sono stati una grazia del Signore. Voglio ringraziare Dio per aver guidato sempre il mio cammino, il suo amore e sostegno, sono stati fondamentali per completare il mio operato. A Reggio Calabria, ho trovato solidarietà e vicinanza, l’affetto dimostrato dai fedeli nei miei confronti mi ha spinto a proseguire il percorso intrapreso con coraggio e dedizione”.
La chiusura dell’esperienza pastorale di mons. Mondello è un momento importante e delicato per l’intera comunità cristiana di Reggio – Bova, ma anche per quella calabrese. Il passaggio, infatti, ha determinato una vacatio alla guida della Conferenza episcopale regionale di cui mons. Mondello era alla guida da due mandati. I vescovi calabresi, dunque, saranno chiamati nei prossimi mesi a votare un nuovo presidente,  tenuto conto che  l’attuale vice, l’arcivescovo di Cosenza Salvatore Nunnari, nel 2014 raggiungerà i 75 anni fissati come limite d’età per  guidare la diocesi. Il 21 ottobre dello scorso anno, mons. Mondello aveva ricevuto dal Vaticano una proroga di 12 mesi, avendo raggiunto già i limiti d’età, la decisione della Santa Sede del successore, dunque, è giunta in anticipo dopo aver vagliato le diverse candidature che comprendevano oltre a mons. Morosini, l’arcivescovo di Rossano, mons. Santo Marcianò e l’ordinario militare, mons. Vincenzo Pelvi.  Adesso si attenderà che vengono espletate le formalità necessarie per il passaggio delle consegne e il prossimo 21 settembre dovrebbero esserci le celebrazioni ufficiali per l’insediamento del nuovo arcivescovo.
Mons. Morosini, originario di Paola, il prossimo 27 novembre compirà 68 anni, nato in una famiglia di cattolici praticanti, nel 1955 entrò nella Scuola Apostolica del Seminario di Paola per effettuare gli studi ginnasiali e liceali. Dopo gli anni di apprendimento e di preparazione, decise di consacrare la propria vita all’Ordine dei Minimi di San Francesco da Paola,  nel 1961 prende i voti temporanei e cinque anni dopo quelli definitivi, mentre il 2 agosto 1969 venne ordinato sacerdote. La sua propensione verso gli studi umanistici, lo portò a conseguire la laurea in Teologia, presso la Pontificia Università Lateranense e il successivo dottorato in Filosofia all’Università di Messina. Nel corso dell’attività pastorale ha ricoperto diversi incarichi, tra cui è stato docente della scuola apostolica di Paola dal 1970 al 1974, vice-parroco a Lamezia Terme e docente di storia e filosofia, Direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano e direttore provinciale del Terz’ordine, Correttore e Maestro dei novizi della nuova comunità di Vranov (Repubblica Ceca). Dal 1994 al 2006 è stato nominato Superiore Generale dell’Ordine dei Minimi, incarico che acquisirà per due mandati. E’ stato autore di diverse pubblicazioni inerenti la spiritualità dell’ordine e la figura del suo Fondatore, San Francesco di Paola e membro del comitato di redazione della rivista “Orientamenti pastorali”. Il 20 marzo 2008 diventò Vescovo di Locri-Gerace, succedendo a Mons. Giancarlo Maria Bregantini, e ricevendo la consacrazione episcopale a Paola il 9 maggio 2008 dal cardinale Renato Raffaele Martino. Il 7 giugno 2008  avvenne  il suo ingresso in diocesi. Attualmente è membro della Commissione della Conferenza Episcopale Italiana per l’evangelizzazione dei popoli e la cooperazione tra le chiese.
“Il Santo Padre ha deciso di inviarmi in questa città come nuovo vescovo.  Il mio augurio è di poter proseguire il sacerdozio, camminando nel segno della verità, semplicità e sobrietà della vita,  allontanando le  zone grigie, dove ci possa essere qualche sospetto di collusione. Dopo cinque anni di permanenza nella diocesi di Locri, speravo di proseguire la mia opera di evangelizzazione, ma il Signore ha avuto per me una volontà diversa che ho il dovere di rispettare.  La misericordia di Dio, unita al rigore del Vangelo, ci aiuterà a purificarci e rinnovarci nella missione pastorale che siamo chiamati a compiere”.
Durante il suo mandato, è stato particolarmente attivo nei richiami contro la ‘ndrangheta, invitando spesso i mafiosi a pentirsi e la gente ad opporsi ai poteri delle cosche.
“La Chiesa diocesana  deve essere fedele in questa lotta, convinta che la legalità, fondata sui diritti dell’uomo e il rispetto della persona, è intrinseca nell’opera di evangelizzazione. Le istituzioni politiche, sociali, giuridiche, investigative e militari, nonché i mezzi di comunicazione, diffusi radicalmente sul territorio, dovranno collaborare sinergicamente per sconfiggere la piaga della ‘ndrangheta, contando sull’impegno della Chiesa per una lotta capillare alla criminalità organizzata e ai suoi traffici illeciti: droga,usura, intimidazioni, tangenti, attentati. Ognuno dovrà fare la propria parte, senza che alla Chiesa siano indicate le norme da seguire o sia giudicato negativamente il suo operato. A coloro che fanno parte di associazioni criminali ho chiesto, in questo anno di fede, di riconciliarsi con Cristo. Devono chiedere perdono a tutti quelli che hanno fatto soffrire, restituendo i torti subiti e purificandosi nella fede cristiana”.
Un vita spesa a sostegno dei più deboli, di coloro a cui i diritti vengono negati, vittime di soprusi, come le donne soggette a violenze.
“Il mio invito è di reagire ad un certo tipo di cultura, in cui sono presenti  soprafazione e prepotenza. La violenza sulle donne è una cosa riprovevole. Gli episodi crudeli e raccapriccianti, ci fanno constatare che la nostra società si sta allontanando dai valori cristiani. La vita familiare deve essere condivisa nel dialogo, nel confronto reciproco, nel rispetto delle opinioni altrui. Alle donne calabresi ho chiesto di custodire i valori umani e cristiani, allontanando i propri uomini dalla criminalità organizzata”.

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