Turismo Religioso, ovvero viaggiare low-cost

I dati economici più recenti mostrano che il turismo religioso è un settore in forte crescita. Lo è in tutto il mondo, in generale, e in Italia, patria della cristianità e del cattolicesimo, in particolare.

Per anni gli operatori turistici hanno snobbato questo segmento di mercato, considerandolo la versione povera della vera vacanza. Ma in seguito allo sviluppo del settore, con l’aumento sempre più pressante delle richieste e grazie a una maggiore comprensione del turista-pellegrino, gli addetti ai lavori hanno finalmente capito che il turismo religioso non è un turismo povero. È un turismo semplice.

 

Perché scegliere una struttura religiosa

Chi sceglie di alloggiare in un’abbazia, un monastero, un convento, una casa parrocchiale, o in una delle molte altre soluzioni di ospitalità religiosa, non cerca i comfort e il benessere di una vacanza usuale, non si aspetta di trovare le comodità di un albergo e non desidera misurare la sua esperienza in base agli extra offerti -a pagamento e spesso a caro prezzo- dalla struttura.

Di conseguenza non mette in previsione di destinare un grosso budget all’alloggio che lo ospiterà. In questo senso, il turismo religioso, ricco sotto il profilo della spiritualità, è un turismo sicuramente low-cost.

Del resto, la tranquillità, la lontananza dalla folla e dalla confusione, il silenzio, la lentezza, i pasti consumati condividendo la tavola, la sveglia al suono delle campane e la possibilità di raccogliersi in preghiera e in meditazione non sono optional monetizzabili.

Qualche regola da ricordare

Le strutture religiose che ospitano viaggiatori, turisti e pellegrini si trovano spesso in luoghi bellissimi, immersi in paesaggi incantevoli, circondati da arte e storia, oppure godono di entrambe le caratteristiche.

Talvolta l’ospitalità è un po’ spartana. Spesso, e soprattutto la prima volta, ci vuole un attimo ad abituarcisi ma, e i dati lo confermano, sono sempre di più i turisti che si innamorano di questa modalità unica di viaggiare e non la abbandonano più.

Per essere preparati alle tipicità di questi alloggi, è utile conoscere le regole generali da osservare una volta arrivati. Pur variando da struttura a struttura, ci sono delle regole più o meno condivise da tutte.

  • Cibo semplice: generalmente i menu prevedono una scelta molto limitata e pietanze semplici, fatte con prodotti raccolti e preparati dalla comunità ospite.
  • Silenzio: il rispetto della comunità religiosa che vive nella struttura è un imperativo da tenere a mente in tutte le ore della giornata.
  • Niente fumo e niente alcolici: chi alloggia in una struttura religiosa deve condividerne i valori e lo stile di vita. Il vino viene di solito servito durante i pasti ma non è consentito portare alcolici in camera.
  • Galli e campane: la sveglia di questi luoghi è un suono dimenticato o forse mai sentito dalla maggior parte dei turisti che vi soggiornano. E, una volta ripartiti, è uno dei momenti che sarà ricordato con più affetto.

Fonte: https://ospitalitareligiosa.it