Amarcord XXV° di Exodus, Carovana 2009, tra arrivi e partenze Lourdes è alle porte

Septemes les Vallonnes – Saint Martin de Crau (80 km)
Con un meteo ancora incerto ci muoviamo da Septemes, con un carovaniere speciale. Celeste Pin, il papà di Niccolò, si presta a pedalare con noi, dal calcio alla bicicletta con la stessa grinta.
In ragazzi oggi si sentono stimolati dalla presenza di Celeste e sembrano voler dimostrare, a lui che è stato un campione di calcio, di esserlo a loro volta sulla bici, in questo cammino.
La media è alta e nei tratti in piano Josè scandisce un ritmo vicino ai 40 di media, gli altri tutti in fila a stringere i denti, oggi non molla nessuno. Rotonde e viali alberati ecco il paesaggio che il dipartimento delle Bocche del Rodano ci offre e che noi più veloci che mai superiamo.
Il passo di Josè mette in difficoltà anche Celeste che annuncia di rifarsi nel fine settimana sul campetto di calcio. Anche Niccolò ha dato tutto, il papà lo ha stimolato.
Arrivati nel paesino di Saint Martin de Crau dopo il pranzo, alcuni fra i ragazzi si dedicano alla scrittura di una lettera da intestare ad una persona cara, alla quale spiegare perché le si vuol del bene.
Tutto era nato quando Giancarlo, leggendo alcuni passi di “Lettera al Padre” di Kafka , aveva sollecitato la riflessione sulla figura paterna che per molti è contrasto o dolore.
Sulla loro agenda i ragazzi hanno riversato se stessi, con le loro paure e le loro speranze. Per farlo si sono appartati, alla ricerca di una calma che gli permettesse di scavarsi dentro. Un momento davvero intenso.
Cena con Celeste che parlando dei suoi anni calcistici ci fa notare che senza disciplina non sarebbe andato da nessuna parte, ci lancia un suggerimento, quello che vale per lo sport è utile nella vita.
Saint Martin de Crau – Le Grau du Roi (70 km)
Spunta il sole! Eccolo finalmente, splendente e caldo e nessuna nuvola ad insidiarlo.
Il tepore dei raggi scalda il freddo mattino della carovana che è stata gelata dall’abbandono di Claudio, un’intemperanza di troppo.
Si procede in direzione Nimes su strade pianeggianti e poco transitate. Il gruppo è meno folto del solito, Giada è sul furgone per qualche problemino fisico, anche Niccolò si ferma ma per mancanza di volontà, Alessio è dolente ad un ginocchio e per qualche chilometro monta sui mezzi.
Gli altri ragazzi procedono ben compatti ed è un piacere vederli tirare come un team impegnato in una cronosquadre, fra le saline del Camargue, alternandosi al comando e mantenendo la posizione aerodinamica per evitare il vento contrario.
Col pretesto di un gelato scopriamo un borgo delizioso, Aigues Mortes, luogo fuori dal tempo all’interno di una fortificazione eretta nel 1200. Da qui partirono molte truppe per le Crociate, noi riprendiamo, invece, solo per altri sette chilometri e raggiungiamo il campeggio a Le Grau du Roi.

Appena il tempo di organizzare il campo e scatta la partita! C’è Celeste Pin, non possiamo perderci la possibilità di giocare con un campione.
I Pin, padre e figlio più me da una parte e Kevin, Mohamed e Vittorio dall’altra, porte improvvisate e tutti vincitori. Ci siamo divertiti. Docce e cena, domani, sembra incredibile, sveglia alle 8 perché è domenica e ci fermiamo un giorno, si tira il fiato.
Le Grau du Roi – Domenica delle Palme, noi, quasi per rispetto della festività religiosa,osserviamo una giornata di riposo. Non restiamo comunque passivi, ma ne approfittiamo per tirarci a lucido e riorganizzarci al meglio. L’utlimo giorno in compagnia di Celeste viene consacrato allo sport con una pedalata mattutina in riva al mare ,giusto per non perdere l’abitudine alla bici, venti chilometri e rientro alla base.
Giancarlo premia i ragazzi con un bel bagno rigenerante in piscina.
Piccoli lussi, meritati e per i quali dobbiamo sempre ringraziare gli amici sponsor del CMS di Molfetta, HDL di Torino e ovviamente Colnago. Ancora due scambi al calcio e salutiamo Celeste che in questi giorni si è mischiato a noi, presenza stimolante e rassicurante per tutti. Dispensatore di consigli preziosi e ci ha promesso di tornare a trovarci in giugno, magari non da solo, perché ci dice che un esperienza del genere la consiglierebbe a chiunque. Cena leggera e riflessione sui privilegi di cui stiamo godendo, a confronto con i nostri fratellini africani che lottano con la vita tutti i giorni. Giancarlo ci parla della fame, della malattia, delle atrocità delle guerre e delle mutilazioni. E’ vero, siamo davvero fortunati, non dobbiamo scordarlo mai.
Le Grau du Roi – Beziers (100 km)
Divincolatici da alcune strade interne, ritroviamo la via del mare sin dal mattino. La bella giornata di sole e le spiagge sabbiose che si susseguono alla nostra sinistra fanno sì che i chilometri scorrano via allegramente e quasi senza accorgersene si passa prima dal complesso portuale di Sète, dove pranziamo e poi giungiamo nel tardo pomeriggio a Beziers. Cento chilometri senza colpo ferire, i ragazzi dicono che oggi non hanno avvertito la fatica, stanno entrando in forma.
A Beziers, troviamo una parziale ospitalità presso lo Stade de la Mediterranèe, gestito dalla squadra di rugby locale che milita in seconda divisione.
Grazie alla gentilezza di Alì, guardiano e addetto alla consierge di origine algerina, potremo utilizzare i servizi, domani mattina. Alì avrebbe voluto offrici anche un tetto, parlandoci di amicizia e fratellanza con una sensibilità non comune, ma non è lui a comandare. Lo ringraziamo con affetto e sapendo già che leggerà questa pagina gli gridiamo in coro: “ Mercì Alì”.
Calata la sera sul nostro campo e consumata una cena frugale, il nostro pensiero torna in Italia e raggiunge l’Abruzzo, teatro di una tragedia che ci commuove, la nostra preghiera è per i morti dell’Aquila.

Beziers – Trèbes (85 km)
Al risveglio, alle 7, capiamo subito che oggi non vedremo il sole. Nuvole compatte ma ancora non piove, a noi non cambia nulla, dobbiamo metterci in marcia perché da venerdì dovremo essere a Lourdes per passarvi la Santa Pasqua. Da oggi torna a pedalare con noi anche William, il figlio di Antonio, che ci aveva lasciato per dieci giorni per curare un’allergia. Bentornato
Pochi chilometri di tregua e poi la pioggia diventa la nostra compagna per tutta la giornata.
Il gruppo continua imperterrito, a Lourdes ci aspettano e bisogna andare avanti.
Le stradine di campagna fra i vitigni, senza troppe asperità, rendono meno severa l’impresa di oggi che a Trèpes, vicino a Carcassonne, si conclude dopo 85 umidi chilometri.
Tutti bravissimi i ragazzi che dopo la doccia calda sentono il bisogno di riunirsi e parlare fra loro, di loro. Per capire come migliorarsi ed aiutarsi a vicenda. L’effetto positivo della chiacchierata lo si nota a cena, dove allegria e convivialità, ricompaiono con grande piacere di tutti. Piove e fa freddo, armati dei nostri sacchi a pelo, non temiamo nulla.

Trèbes ore 7, pioggia e freddo, ci guardiamo in faccia dubbiosi. Giancarlo, per proteggerci da malanni, decide che oggi si prosegue sui mezzi. Caricate le bici, partiamo, senza una meta giornaliera precisa, ma con Lourdes nel mirino. Più di cento chilometri senza sosta, con un’unica nota turistica relativa al passaggio davanti al castello di Carcassonne. Costruzione dall’alto interesse storico ma, forse, noto ai più per essere stato utilizzato nel film “Robin Hood” con Kevin Costner nel 1991.
Facile spostarsi in auto, troppo, allora arrivati presso un paesino, adocchiamo un parco pubblico, dove pensiamo di campeggiare per regalarci la dose giornaliera di essenzialità.
Josè, Mohamed e Alessio a montano le tende, Gianluca e William scaricano il furgone, Vittorio cerca di rianimare il generatore, le ragazze iniziano a preparare la cena. Proprio mentre montava la calma ed io, Niccolò e Kevin giocavamo a calcio, si approssima al nostro accampamento una volante delle Gendarmerie, un’ inflessibile poliziotta ci invita a trasferirci in un camping autorizzato poco distante. Ovviamente più che un invito era un ordine. Da questo episodio sfortunato siamo stati ripagati con gli interessi appena giunti al camping “ Canard Fu” di Lunax. Campeggio piccolo e particolare, come il suo padrone, Werner, francese dalle chiare origini tedesche, che ci adotta subito. Non amo parlare di cifre ma stavolta farò un’eccezione, ci fa pagare undici euro, circa ottanta centesimi a testa, con tutti i servizi a disposizione. Un consiglio, segnatevelo.
Oltre a fornirci il necessario, Werner, da perfetto sessantottino quale, evidentemente è, ci ospita in casa sua, facendoci cenare nella sua veranda con le sue stoviglie. Noi della Carovana non siamo insensibili a tali gesti ed invitiamo il buon Werner a condividere la cena a base di spaghetti con le cozze ed orate ala brace, una festa.
Il nomadismo continua a farci incontrare gente di cuore, pronta a spendersi per un sorriso o una pacca sulla spalla. Grazie a queste persone noi carovanieri innestiamo una marcia in più, utile al nostro lungo cammino
Lunax – Lanne (95 km)
Cielo aperto e senza nuvole a Lunax, da dove ci incamminiamo verso Lourdes senza aver salutato l’amico Werner che era ancora a letto.
Giancarlo, oggi, non guida il plotone di Exodus perché deve accompagnare Niccolò all’aeroporto di Barcellona, dove prenderà un aereo per Firenze. Passerà la Pasqua a casa ma fra una settimana sarà nuovamente dei nostri.
I ragazzi, felici per il sole splendente e motivati dalla presenza di Ester in gruppo, vanno su e giù per i continui mangia e bevi che questa zona pre pirenaica propone.
Fatica e abbronzatura, i raggi solari che rimbalzano sulle nevi dei Pirenei picchiano. Le grandi montagne hanno vegliato su di noi per tutto il giorno, le ammiravamo con rispetto.
Lourdes è sempre più vicina ma vogliamo arrivarvi domani, ci aspettano per il Venerdì Santo e allora freniamo l’entusiasmo e frenando meccanicamente, riusciamo a trovare un campeggio a 8 km dalla nostra metà. Prima della sosta, la buona azione quotidiana ha fatto si che un bambino di nome Kevin riavesse il suo cucciolo, scappato dal recinto, proprio grazie al nostro Kevin. Gambe e cuore sono ben allenati, da domani penseremo anche allo spirito.

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