L’Umbria la terra degli scorci…

Spello
AAAAh arrriva finalmente il wekend, periodo ideale per una due giorrrni a pisellare in qualche bel posticino succo! Bene lo scorso weekend io ho capito che per trovare un posticino succo non si devono fare poi tanti km o passare ore sul sito della ryanair a trovare coincidenze assurde che faccian si che anche se si sta via solo 48 ore almeno le si sfrutti al massimo…

Io allora oggi vi porto in Umbria, la regione di Perugia, della festa della cioccolata, del Lago Trrrrasimeno e soprattutto di una famiglia di scorci da sogno che lasciano senza fiato. Tutti mi parlavano sempre dalla Toscana qua, Toscana là, per carità mega bella pure la patria dei cantucci ma fidatevi che l’Umbria vi riserva alcune chicche davvero speciali, soprattutto se siete come me che oltre Perugia non avevo mai avuto voglia di andare!

Partiamo con la macchina della mia amica Elena che per l’occasione viene da Genova e dice ha voglia di evadere, partiamo che pure io ho voglia di evadere che mi si è da poco liberata la mente e ora ci devo mettere dentro tutte cose nuove, belle, fresche, partiamo che facciamo presto tanto da Cesena a Perugia ci son solo 160 km di E45 fra le campagne che si trasformano in valli e poi in colline e poi in città…

Arriviamo a Pergia che piove e la città è in incavallarsi di stradine sugiù, e la pioggia si unisce all’acqua della fontana del centro e scende giù fino alla Via Romana senza fare le scale mobili. E là a Perugia ho pure due amici Marco e Giacomo mega ciccini e la sera ci vengono a prendere e ci portano in un ristorante succo alla Collina della Domenica da dove Perugia la vedi tuttta tuttta dallo stadio, attraverso il centro, fino ai paesini attorno, e più loro parlano e più penso che questo dialetto Umbro è un misto di toscanomarchigiano con qualche spruzzo di romano al momento giusto.

E mangiamo gli umbricelli mega succhi e mentre li mastico per bene Marco mi fa il programma da seguire i prossimi due giorni per vedere le cose belle della sua regione e poi andiamo in un bel centro sociale che meno male c’è dappertutto anche a Perugia.

La mattina dopo sono tropicciata, e mi spalmo sul finestrino della macchina dell’Elena per vedere la cartina, ma lei che è più sveglia di me è già partita e riprendiamo l’E45 che ora la chiamo “la strada dove attorno ci son le meraviglie”, ed usciamo ad Assisi la casa di San Francesco e saliamo con la sua storia su per il borgo, e ci perdiamo nelle stradine meno turistiche, e saliamo e scendiamo fino a quando all’improvviso arriva la Basilica di San Francesco che ci saluta dal rosone centrale ed illumina tutto il paesaggio di bianco.

Ed entriamo che ci aspetta Giotto per raccontarci la vita di San Francesco e allora rivedo tutti i quadri che erano sui libri del liceo e pensavo che non esistevano, che fino a che non li vedi quei quadri lì mica ci credi proprio che sono davvero da qualche parte, e se poi pensi che invece forse da qualche parte ci sono pensi anche che sicuramente tu da quella qualche parte là non ci capiterai mai… e invece no nella Basilica di San Francesco ci sono tanti di quei quadri e fuori c’è anche un prato verdeverde che si allinea al cielo blu ed insieme aspettano le nuvole…

Mangiamo cose buone e tipiche, la minestra di fagioli piccoli, il tartufo e la tagliatelle ai porcini e poi beviamo anche il vinello bianco che io non posso ma faccio uno strappo… che devo festeggiare che mi si è liberata la mente e ci sto mettendo della roba nuova dentro.

E poi la nostra compagna di viaggio E45 ci porta fino a Spello che io non sapevo nemmeno che esistesse ma che mentre si arrampica su di una collina ricoprendo di fiori tutti gli scorci, e colorando le casette di rosa mi lascia davvero senza fiato! E seguiamo anche noi i balconi fioriti delle viuzze, e le sfumature di rosa che ci seguono ovunque e ci fermiamo a vedere la cappella ricoperta dal Pinturicchio ed arriviamo in cima al paese sul belvedere dove ci sono tutti i vecchietti di Spello che quella strada lì salendo salendo la fanno tutti i giorni col bastone ad 80 anni anni.. non come me che ho 30anni e sono già sudata e mi siedo subito.

E poi un vecchietto ci racconta della storia di Spello, della festa del tappeto di fiori che fanno goni anno dopo Pasqua, del primo premio per “balcone fiorito d’Italia” che ha vinto la signora della casetta all’inzio del paese, della storia di Roma che era entrata a Spello anche se ora quasi non ci se lo ricorda più. E poi scendiamo lungo le mura medievali guardando il cielo di nuvole che diventano rosa anche loro che qua è proprio tutto magico.

E poi decidiamo che prima di Spello non c’era iente di bello, e che dopo Spello non sarà comunque mai più così bello. E decidiamo che quella notte lì vogliamo dormire in un agriturismo a caso nella campagna, e partiamo per le strade panoramiche ed arrivati a Bevagna si sente odor di caldarroste e ci fermiamo in piazza che danno il vin brulè con le castagne, e poi è già buio e allora vaghiamo fra le brughiere e le colline ci fermiamo in una casa di campagna che ci dicon ci fan dormire e ci danno colazione fatta in casa e pure cena con tartufi, selvaggina, formaggi e salumi, ed è tutto mega succo e la dieta non la facciò più fino a che non torno in Romagna.

La mattina dopo c’è la nebbia e la campagna non si vede e il cielo si mescola alla nebbia e al fumo dei camini e sembra di camminare dentro una nuovola… poi ad un tratto il sole spacca la nebbia e lo vediamo finalmente il paesaggio umbro con i capelli verdi e gialli e i pinnacoli dei castelli lontani, e ci fermiamo a Spoleto e ci sediamo sui gradini del Duomo che ci guarda dall’alto al basso e ci vuol dire che lui è maestoso e noi noi, ed allora io lo fotografo dal basso così si vede proprio che lui ha la testa fra le nuvole!

E per pranzo non lo sappiamo ma visto che la sera torniamo a casa dobbiamo godercela tutta la campagna Umbra e allora guidiamo a caso fra borghi, paesi e campi e arriviamo fino al Lago di Corbara e sul lago c’è un paesino dove non c’è nessuno e tutto è picccolopiccolo e si vede il lago blu dove si tuffano le nuovole mentre gli alberi le puntano…

E poi ci fermiamo ad Orvieto in un’enoteca e beviamobeviamobeviamo il vinorosso succo, e guardiamo il Duomo colorato e non vogliamo più tornare a casa… e ci rituffiamo nella campagna e ci godiamo l’ultima ora di luce fino a che l’E45 ci riaccompagna in Romagna… e la mia testa speravo fosse vuota davvero e invece si è già riempita e, appena attraverso il confine, ritorna a scoppiare :(

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