Palmanova-Aquileia-Cividale del Friuli: un itinerario d’arte, storia e sapori – parte 3

Splende il sole su Cividale del Friuli: siamo stati davvero fortunati in questo intenso weekend da #bloggerpercaso, che ci ha portati a Palmanova e Aquileia prima di giungere tra le valli del Natisone.
Ci godiamo la nostra colazione nello storico Caffè Longobardo, su Piazza Paolo Diacono, prima di dirigerci verso il luogo di partenza della Unesco Cities Marathon, poco fuori dal centro storico…finalmente ci siamo!

Arriviamo allo Start insieme ad altri spettatori e ai primi maratoneti, si respira un’aria rilassata e di festa. La banda del paese suona la sigla di Heidi (!), arriva poi il turno dell’inno ufficiale dell’evento, la Schiarazula Marazula, canto-ballo della tradizione friulana risalente al XVI secolo, molto suggestivo e reso noto ai più da una versione di Angelo Branduardi (ascoltatelo qui!). Intanto i maratoneti si scaldano, siamo quasi pronti. Ore 9.30: si parte! Un fiume di persone dalle pettorine colorate scorre davanti a noi, salutando e sorridendo; soprattutto i meno giovani ci emozionano con la loro energia e la voglia di mettersi in gioco. Adesso li aspettano a Palmanova per una sosta, e poi dritti fino ad Aquileia per tagliare il traguardo!

Unesco Cities Marathon 2014: partenza!

Unesco Cities Marathon 2014: partenza!

E noi? Anche noi abbiamo da completare la nostra maratona turistica: ritorniamo quindi verso il centro della città, dove all’Infopoint in Piazza Diacono ci aspetta Giovanna, per guidarci tra i tesori storici e artistici di Cividale del Friuli. Passeggiando per le deliziose viuzze del centro, attraverso i racconti di Giovanna iniziamo a comprendere l’eterogenea ricchezza culturale di questo luogo, che parte dall’epoca preistorica, passa per Giulio Cesare – che qui istituì il Forum Iulii (da cui il nome dell’intera regione!) – poi per i Longobardi (che ne fecero il primo ducato longobardo in Italia), per la Repubblica di Venezia, per l’impero asburgico, fino ad arrivare alla lotta partigiana che ha visto tristemente protagoniste le popolazioni della Valli del Natisone.

C’è un’infinità di cose da vedere a Cividale del Friuli, ma i gioielli più preziosi appartengono probabilmente all’epoca longobarda: non a caso nel 2011 la città è stata dichiarata patrimonio Unesco proprio per l’unicità e la ricchezza delle testimonianze storiche e culturali lasciate da questo popolo, come ad esempio il Tempietto Longobardo, un esempio d’arte sacra antica che merita assolutamente una visita, e dal quale, uscendo, è possibile godere di una bellissima veduta sulla città e sulle Prealpi Giulie che le fanno da cornice.

Tempietto Longobardo

Tempietto Longobardo

Con Giovanna visitiamo anche il Monastero di Santa Maria in Valle (di cui il Tempietto è parte integrante), ed eccezionalmente saliamo anche al secondo piano – presto aperto anche al pubblico – dove si trovano le ex-celle delle suore di clausura e la sala dalla quale potevano assistere, attraverso una grata, alle celebrazioni che si svolgevano nella chiesa sottostante.

Monastero Santa Maria in Valle (e dintorni)

Monastero Santa Maria in Valle (e dintorni)

Percorriamo le suggestive vie del quartiere ebraico, dove scorgiamo ancora intatta un’antica casa medievale, e arriviamo fino alla piccola porta del misterioso Ipogeo Celtico: un curioso sistema di grotte artificiali su diversi piani, il cui uso nell’antichità non è ancora ben chiaro (carceri? tombe?). Certo che i mascheroni visibili su alcune rocce rendono questo luogo alquanto…grottesco! I racconti di Giovanna ci affascinano, e con lei scopriamo anche un’altra chicca di Cividale, nella Chiesa di Santa Maria dei Battuti. Si tratta dell’anteprima di quella che sarà prossimamente un’esposizione permanente di burattini e marionette d’Italia e d’Europa, provenienti dalla collezione personale dell’artista burattinaia Maria Signorelli: un omaggio della città a Vittorio Podrecca, originario di Cividale, tra i più famosi marionettisti italiani e autore del “Teatro dei Piccoli”.

Burattini e marionette in mostra

Burattini e marionette in mostra

La bellezza di Cividale non smette di stupirci anche per la surreale quiete del luogo, che ci è ancora più chiara scendendo per una delle stradine che portano fino alla riva del Natisone, dove restiamo a contemplare lo scorrere di un’acqua limpida, dai suggestivi riflessi verdi. Si è fatta intanto ora di pranzo, e per il nostro ultimo pasto friulano non possiamo che scegliere l’Osteria alla Terrazza, in una stradina poco prima del famigerato Ponte del Diavolo, dove assaggiamo il nostro ultimo frico e l’ultima gubana, insieme ad ottimi ravioli alla zucca! Prima di andare via facciamo anche una visita a “Al Ponte la botteguccia dei Sapori”, dove è possibile acquistare una moltitudine di souvenir enogastronomici: formaggi locali, gubane e strucchi artigianali, frico, grappe e vini friulani…praticamente tutto!

Sulla riva del Natisone

Sulla riva del Natisone

Se siete arrivati a leggere fino a qui, magari vi è venuta voglia di visitare Cividale del Friuli: potreste allora approfittare del prossimo Mittelfest, che si svolgerà a luglio, per aggiungere ad una visita guidata della città la possibilità di immergervi nella cultura artistica dei paesi della Mitteleuropa.

Quanto a noi, lasciamo nel primo pomeriggio Cividale del Friuli. Il nostro viaggio volge al termine, ma prima di tornare a casa abbiamo un’ultima tappa da fare: ci aspetta Donatella, ideatrice e curatrice del museo SMO a San Pietro al Natisone, poco distante da Cividale.

Lo Slovensko Multimedialno Okno (SMO) è un museo di paesaggi e narrazioni. E della memoria, aggiungerei. La memoria ritrovata (o da ritrovare) di un territorio di confine troppo a lungo martoriato nella sua identità culturale, come ci ha raccontato Donatella nella nostra lunga chiacchierata. All’interno dello SMO ci si può restare a lungo, prima sorpresi e poi conquistati dall’originalità delle installazioni interattive, multimediali e… sinestesiche: cartoline sonore, libri parlanti, paesaggi musicali, memorie della voce. Un viaggio nelle immagini, nei paesaggi, e nelle diverse sonorità delle Valli del Natisone, dalle Alpi Giulie al mare: forse il modo migliore per entrare in contatto con questi luoghi, e provare ad intuirne l’essenza. Potete scoprire di più sullo SMO in questo video di Ambra, che ripercorre l’interno nostro weekend da blogger per caso.

Museo SMO - S. Pietro al Natisone

Museo SMO – S. Pietro al Natisone

Il nostro viaggio ora è davvero concluso. Riprendiamo la strada di casa con la sensazione di aver visto e imparato tanto qui in Friuli, ma non abbastanza. Bisogna tornare, e presto. Necessariamente.

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