I volti spirituali del Friuli: incontri con persone e luoghi che non ti aspetti

10 Aprile 2014. Eccomi al “Visionario” di Udine, per la proiezione del film “I volti spirituali del Friuli: sentire, meditare, esistere” del regista friulano Marco D’Agostini.

Mi accorgo improvvisamente di non avere con me nient’altro se non me stessa: niente soldi, niente documenti, niente cellulare. Forse sono semplicemente fusa, ma credo anche che certe dimenticanze vogliano indicarmi una nuova via alla ricerca delle vere priorità, per cui questo film-documentario potrà rivelarsi decisamente interessante.

Il film, prodotto dall’Associazione “Don Gilberto Pressacco” in collaborazione con l’Università di Udine e con le interviste del Prof. Franco Fabbro, è un viaggio alla scoperta della profondità spirituale del Friuli Venezia Giulia che, attraverso le testimonianze di alcuni ricercatori spirituali nostrani, ha il pregio di accostare alle parole le immagini di luoghi poco conosciuti ma straordinariamente mistici. Per quanto mi riguarda la curiosità è massima soprattutto relativamente al centro buddista di Polava, nelle Valli del Natisone, e al suo fondatore, che in seguito – per una serie di incontri e coincidenze che evidentemente tanto casuali non sono – ospiterà me ed un gruppo di amici nella sua casa, dove il tempo si ferma per lasciare spazio all’ascolto, al confronto e alla meditazione.

Prendo posto in sala, inizia la visione.

Don Pierluigi Di Piazza, responsabile del centro di accoglienza “Ernesto Balducci” di Zugliano (Udine), parla della sua terra natale, la Carnia

Don Pierluigi Di Piazza, responsabile del centro di accoglienza “Ernesto Balducci” di Zugliano (Udine), parla della sua terra natale, la Carnia

“Il Friuli è una terra in cui da sempre si vive una spiritualità profonda”. Inizia così a raccontare la sua storia don Pierluigi Di Piazza, sacerdote e responsabile del centro di accoglienza “Ernesto Balducci” di Zugliano. Racconta delle nevicate di un metro, un metro e mezzo a Tualis, il paese della sua infanzia in Carnia, con quella neve che dà già un senso di infinito, di poesia, di paesaggio fiabesco. La spiritualità del fare e dell’operare per don Di Piazza nasce anche da queste sue origini, dalla sua famiglia e dal saper stare “con i piedi ben piantati in terra ma con lo sguardo rivolto al cielo.”

Una vegetazione rigogliosa e selvaggia che protegge giardini curatissimi disegna l’incredibile scenario di Polava. Plinio Benedetti, il fondatore del centro buddista “Cian Ciub Cio Ling”, rievoca l’incontro con il Maestro asceta che determinò la svolta nella sua vita, aiutandolo a intraprendere un percorso spirituale culminato nella creazione del Centro nelle Valli del Natisone. Racconta la sua storia con aria serena e a volte quasi canzonatoria: “Durante la visita del Santuario di Castelmonte il Maestro aveva visto il Matajur dal balconcino di un confessionale e mi aveva chiesto immediatamente di andarci insieme; il giorno dopo, arrivati al rifugio “Pelizzo”, mi aveva indicato Polava. Erano le cinque della sera, e c’era una luce che non ho visto mai più … Nel gennaio 1990 acquistai la proprietà inaugurando il Centro a ottobre. All’epoca non sapevo nemmeno chi fosse il Dalai Lama e quando andai da lui iniziò a percuotermi dandomi delle manate dietro la schiena; io pensai perplesso “Mah. Fâs tu (fai tu)”. Eppure poi il Maestro mi disse che non potevo ricevere benedizione migliore.“

Plinio Benedetti, il fondatore del centro buddista “Cian Ciub Cio Ling” di Polava, Valli del Natisone, vicino a Cividale del Friuli

Plinio Benedetti, il fondatore del centro buddista “Cian Ciub Cio Ling” di Polava, Valli del Natisone, vicino a Cividale del Friuli

Ci spostiamo a Coderno, paese di pianura legato alla figura del religioso e poeta David Maria Turoldo, dove incontriamo don Nicolino Borgo, sacerdote, teologo nonché uno dei massimi esperti della figura di Turoldo. Fisicamente imponente e dallo sguardo vivace, ci racconta che la vocazione al sacerdozio risale alla sua infanzia: terminata la quinta elementare decide infatti di frequentare il seminario di Castellerio e ammette che la ricerca e lo studio sono sì fondamentali, ma che solo la testimonianza di altri lo ha convinto a diventare sacerdote, parte attiva di una religione fatta di persone che nulla ha a che vedere con la liturgia del potere, della cattedrale. Nel rispetto di tale visione del sacerdozio la realtà friulana è religiosa per sua natura, proprio perché realizza la parità dell’uomo comune nei confronti del prete che non vanta nessuna superiorità, ma che al contrario nella comunità condivide e celebra i grandi momenti della vita.

Seduto nella posizione del loto accanto ad un albero, tra i vigneti e le verdi colline di Nimis, incontriamo un uomo che ha davvero qualcosa di magico. Ennio Nimis, maestro di Kriya Yoga, pratica il Pranayama (l’arte del controllare il respiro) per dodici anni prima di giungere all’esperienza decisiva dell’assenza di respiro, uno stato che può protrarsi anche per mezzora, in cui è presente la coscienza ma non il pensiero, e che permette di rinascere a una nuova vita. Ennio ci racconta di come, nello splendido scenario naturale di Nimis e dintorni, non ci sia una collina dove non abbia praticato. “A nord e a sud, all’ombra e al sole, a Oriente e a Occidente!” “Quando vado all’estero sento che manca qualcosa, che una parte di me è rimasta a Nimis. E poi qui, a meno che tu non vada in giro vestito in maniera assurda, la gente ti capisce, magari ti dà del poveretto e dell’esaurito, ma è gente buona, e se ti vedono crollare a terra vengono a vedere cos’hai e ti aiutano!”

Ennio Nimis, maestro di Kriya Yoga, pratica il Pranajama tra i vigneti e le verdi colline di Nimis

Ennio Nimis, maestro di Kriya Yoga, pratica il Pranajama tra i vigneti e le verdi colline di Nimis

Le caratteristiche che invece si notano subito in don Rinaldo Fabris, responsabile del seminario di Castellerio, sono un pragmatismo e una schiettezza che contrastano con l’immagine austera del teologo e del biblista. Alla base della sua vita spirituale c’è la convinzione che l’esperienza cristiana debba essere caratterizzata dalla libertà di pensiero, e non da tecniche per tener buona la gente. “Senza il pensiero non c’è libertà né spiritualità”, afferma.

Alla domanda “Che vuol dire vivere la dimensione spirituale qui in Friuli?” don Fabris risponde: “Ho girato il mondo alla ricerca delle radici della fede, per poi capire che non si trovano a Roma o in Palestina, ma qui dove sono nato. Negli ultimi venti trent’anni ho poi riscoperto la lingua friulana, che in seminario era proibita (il non parlarla più rappresentava un salto sociale rispetto alla povera gente). Studiando la storia della Bibbia, l’Esodo in cui Dio libera i sottomessi dall’Egitto, ho capito che non potevo non dare forza e valore alla lingua friulana, utilizzandola. Non si tratta solo di un fatto culturale, ma di identità profonda e di ricerca di Dio”.

Pierluigi Cappello, uno dei massimi poeti contemporanei italiani, vive a Tricesimo ed è nato a Chiusaforte.

Pierluigi Cappello, uno dei massimi poeti contemporanei italiani, vive a Tricesimo ed è nato a Chiusaforte.

L’infanzia di Pierluigi Cappello, pluripremiato poeta (nel 2012 ha ricevuto il prestigioso premio Vittorio De Sica per la poesia), è legata a Chiusaforte, situata in cima ad un colle serrato dai monti. Una posizione che offre due prospettive: il panorama contemplativo, dall’alto, che permette di vedere quello che gli altri non riescono a vedere, e la vista ostruita dalle montagne che precludono il cielo e danno slancio all’immaginazione, dando origine a un “passionale appetito del mondo”.

Secondo Cappello la poesia si avvicina alla mistica e chi la scrive deve avere i pori aperti, farsi altro rispetto a quello che è. “C’è una poesia di Ungaretti che esprime lo stato d’animo dei fanti al riposo nelle retrovie – E ci vendemmia il sole -. Non saprei spiegare razionalmente il significato di questi versi, ma li sento con tutte le fibre e so esattamente cosa vogliono esprimere.”

Il poeta ci racconta anche della sua sorpresa nello scoprire l’opera di Pasolini in friulano, che ha dato dignità e importanza a una lingua finalmente stampata sui libri, quindi ufficiale. “Quando ho iniziato a scrivere in friulano ho capito che così facendo potevo dare concretezza a qualcosa che, altrimenti, si sarebbe perso nell’aria, e io invece … non ho voglia di perderlo!”, conclude.

La proiezione giunge al termine e la serata procede con le domande del pubblico e gli interventi dei protagonisti presenti in sala. Me ne torno a casa dopo aver incontrato delle persone speciali, ormai convinta che la spiritualità è una necessità e nelle sue varie espressioni offre a tutti l’opportunità di vivere in maniera più autentica, significativa e, in ultima analisi, felice.

volti spirituali locandina

Per non perdere l’occasione di approfondire ulteriormente l’argomento e seguire le interviste complete, concludo consigliandovi di acquistare il DVD o di partecipare ad una delle proiezioni che verranno fatte sul nostro territorio.

Per info: www.marcodagostini.com

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