Santuario della Madonna del Soccorso CORI (LT)

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CORI (LT)
Santuario della Madonna del Soccorso
Padri Trinitari (Prov. Italiana Ordine degli scalzi della SS. Trinità)

Via del Soccorso
04010 Cori
Tel. 06.96.78.127
Fax 06.96.61.02.47
(diocesi di Latina, Terracina, Sezze e Priverno)

In auto: autostrada A1 Milano-Roma, uscita a Valmontone, poi proseguire per Artena, Giulianello, Cori Monte, Santuario.
Oppure SS 148 Pontina, uscita Cisterna di Latina, Cisterna, Cori Monte.
Oppure SS 7 Appia, svoltare a destra al semaforo per Latina Scalo, Doganella, Cori Monte.
In treno: da Roma Termini per Cisterna di Latina, poi collegamento pullman.

Le origini del Santuario sono legate ad una tradizione che riporta l’apparizione della Madonna avuta da una bambina di Cori. Il 4 maggio del 1521 la piccola Oliva, cercando di raggiungere la madre che si recava a mietere i campi, si perse sui monti di Cori, disorientata da un improvviso temporale. Si riparò sotto una pianta di ginestra dove ebbe l’apparizione della Vergine che per otto giorni la protesse dal maltempo e la nutrì. Quando la bimba fu ritrovata descrisse l’esperienza vissuta e, per la sua innocenza, fu creduta. Tra l’altro i Coresi rinvennero, nei pressi dell’apparizione descritta dalla piccola Oliva, un’icona della Madonna.

In questa zona, ancora oggi chiamata “La Badia”, sono visibili i resti di un vecchio Monastero di origine benedettina ed intitolato alla Santissima Trinità. Pare che fu un Cenobio abbastanza prospero, i cui possedimenti, prima furono aggregati, nel XIII secolo, all’Abbazia dei Cistercensi Florensi di Santa Maria sul monte Mirteto presso Ninfa e poi, decaduta questa, passarono ai Monaci di Subiaco. I Benedettini usavano erigere edicole con immagini sacre vicino ai loro Monasteri. Quindi l’immagine della Vergine trovata dai Corani potrebbe appartenere proprio ad una di queste edicole, all’epoca del ritrovamento ormai in stato di abbandono e coperta di rovi.

L’attuale Santuario sorge proprio sulle vestigia dell’antico insediamento benedettino. Già nel 1521 fu eretta, sul luogo dell’evento miracoloso, una cappella contenente l’immagine della Madonna. Però già sedici anni più tardi, essendo aumentato il numero dei devoti, fu eretta una Chiesa al quale fu annessa anche la primitiva cappella. I pellegrinaggi continuarono ad intensificarsi tanto che nel secolo successivo, nel 1634, fu indispensabile ampliare la Chiesa. Il progetto fu affidato ad un architetto romano, Mario Arconti, che diresse anche i lavori terminati nel 1639, anno in cui fu inaugurato il nuovo Santuario. L’interno della Chiesa, in stile barocco, è ad unica navata coperta a volta. La zona del Presbiterio è invece coperta da una cupola sormontata da lanterna.

Ai lati della navata si vedono quattro altari, due per lato, intitolati a San Pasquale Baylon, ai Santi Girolamo e Carlo Borromeo, alla Sacra Famiglia e a Santa Lucia Vergine e Martire. In fondo alla navata, prima del Presbiterio, a sinistra si apre l’accesso alla Cappella dell’Apparizione, sull’altro lato l’ingresso alla Sacrestia. L’altare maggiore fiancheggiato da due colonne doriche, fu donato dal nobile del luogo Lorenzo Buzi. Nello stesso anno della consacrazione al Santuario fu donata un’immagine della Madonna, forse di scuola fiorentina, risalente al 1300.

Questo dipinto è arrivato ai nostri giorni dopo molti restauri e sovrapposizioni; si vede la Madonna seduta sul trono con un mantello mentre sorregge con il braccio sinistro Gesù Bambino; in alto due angeli che sorreggono una corona; a sinistra della Vergine la bambina Oliva, avvolta in un abito rosso, inginocchiata. La facciata della chiesa è caratterizzata da un portico formato da tre archi a tutto sesto.

Si celebra la festa della Madonna del Soccorso (seconda domenica di maggio e lunedì seguente).

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